Piano Integrato per l’Energia e il Clima: dal MISE il testo definitivo

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Il ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il testo definitivo del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Come previsto dalla Commissione Europea, il testo, che recepisce le ultime novità in merito al Decreto-legge sul clima e gli investimenti relativi al Green New Deal, è stato predisposto in collaborazione con il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, completando così il percorso avviato nel 2018.

Il PNIEC stabilisce gli obiettivi nazionali da raggiungere entro il 2030, a livello nazionale, sui temi di efficienza energetica, delle fonti rinnovabili ed emissioni di CO2, oltre che su numerosi altri temi di natura ambientale, dalla sicurezza alla mobilità sostenibile.

“L’obiettivo dell’Italia è quello di contribuire in maniera decisiva alla realizzazione di un importante cambiamento nella politica energetica e ambientale dell’Unione europea, attraverso l’individuazione di misure condivise che siano in grado di accompagnare anche la transizione in atto nel mondo produttivo verso il Green New Deal”, ha commentato, Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico, mentre per Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente, il PNIEC è stato emanato in base alle indicazioni della legislatura precedente, quindi nell’attesa che la presidente Von der Lyen detti le nuove linee guida si procederà seguendo la linea procedurale attuale, per poi rigenerare e adattarsi ai cambiamenti in corso d’opera.

Forti critiche sono arrivate Luca Iacoboni, di Greenpeace, per il quale seguire una linea d’azione di fatto già vecchia equivale, per l’Italia, a perdere l’occasione di esprimere una posizione di leadership nella lotta ai cambiamenti climatici. Non pare convinto neppure il WWF, che avrebbe auspicato una posizione maggiormente aggressiva e più incisiva sul lungo periodo: il timore è inoltre che manchino gli strumenti e le infrastrutture di sostegno per realizzare tutti i progetti in previsione, uno su tutti il phase out del carbone del 2025.

Un commento

  1. Il PNIEC che è il piano ambiente-energia è contro lo sviluppo del PIL.Questo errore visto da Caffese in Italia e da Ifrap per il piano francese,dimostra che i calcoli sottostanti il Pniec sono sbagliati e fanno a pugni con lo sviluppo del PIL italiano.Consumo finale di energia in TWh in Italia.Caffese in Italia e Ifrap
    francese hanno rilevato grandi errori nel calcolo consumi in TWh che si
    riflettono pesantemente sul Pil .Poi il PNIEC italiano blocca il concetto
    dell’energia elettrica come materia sostitutiva del fossile.Cioe’ dato che
    il gas vuole guadagnare 60 anni,alla fine dei 60°anno non avremo in mano un
    sostituto fossile mentre con i pompaggi in 2-3 anni abbiamo il sostituto
    fossile.Credo che per dare ragione ai fossili gas siano stati fatti errori
    gravissimi di parte per agevolare il fossile gas contro i pompaggi.I
    Francesi se la cavano con centrali nucleari EPR+da 24 TWh ma noi in Italia
    non avendo il nucleare,ci consegnamo al monopolio gas e dato che sopra il
    40% in Europa scatta la posizione preminente di monopolio si devono
    chiudere le aste di capacity market gas e rivedere il Pniec.

    Caffese è di avviso opposto perche ha pubblicato un piano di 3600 TWh
    pompaggi di cui:

    -600 TWh sono autoconsumo pompaggi e desalinizzazione pari al 20%

    -960 TWh vanno in rete elettrica

    -1040 TWh vanno in Rgas da pompaggi per 100 miliardi di m.3

    -1000 TWh vanno in chimica verde e carburanti puliti senza fossile.

    -La Francia ha un consumo di energia di 1600 TWh in media molto piu’ alto
    dell’Italia che ha un consumo basso di 300 TWh.Questo significa che in
    Italia consumiamo troppo fossile e difatti importiamo per 90 miliardi annui.

    -Ora non capiamo perchè Francia e Italia dovrebbero dimezzare il consumo in
    TWh e non produrre R gas e Rcarburanti da elettrico come pianificano in
    Germania con la chimica verde.Caffese ha calcolato 150 miliardi annui della
    filiera energia e chimica verde annue e non capisce perche’ l’Italia
    dovrebbe sacrificare l’innovazione verde per norme strampalate fatte per
    difendere i fossili ed il gas.
    Il nuovo testo Pniec non recepisce le direttive europee e le novità contenute nel decreto legge sul Clima nonché quelle sugli investimenti per il Green new deal previste nella legge di Bilancio 2020» e la sua concreta attuazione «sarà assicurata dai decreti legislativi di recepimento delle direttive europee in materia di efficienza energetica, di fonti rinnovabili e di mercati dell’elettricità e del gas che saranno emanati nel corso del 2020».

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