Operaio muore per una fuga di ammoniaca in un impianto di refrigerazione per frutti di mare

img_2199Nel tardo pomeriggio del 24 marzo una chiamata di emergenza ha raggiunto la locale stazione dei Vigili del Fuoco. Un forte odore di ammoniaca proveniva da uno stabilimento di immagazzinamento dei frutti di mare. Purtroppo per l’operaio addetto alla sorveglianza non c’era più nulla da fare. L’ingente quantità di ammoniaca inalata l’aveva ucciso.
Siamo costretti a scrivere di un altro grave incidente sul lavoro causato da un guasto nell’impianto di refrigerazione. Questa volta però il tragico evento non si è verificato in una Nazione in via si sviluppo ma in un magazzino di stoccaggio di frutti di mare nell’area portuale di Boston capitale dello Stato del Massachusetts e ventunesimo centro urbano per popolazione degli Stati Uniti d’America.
I rapporti delle forze di polizia riferiscono che l’uomo è stato trovato esanime in una scala presso l’impianto Stavis. La perdita di ammoniaca che ne ha causato la morte è stata imponente: circa due tonnellate e mezza di refrigerante rilasciato prima che la valvola principale venisse chiusa dai Vigili del Fuoco verso le nove di sera.
Il bilancio poteva essere ancora più grave. I lavoratori presenti all’interno della struttura erano 5.
La zona è stata immediatamente evacuata a cura delle Forze dell’Ordine.
Il fascicolo è ora nelle mani del Procuratore Distrettuale chiamato a verificare le responsabilità penali dell’accaduto.
I refrigeranti naturali hanno certamente caratteristiche positive per l’ambiente e vanno necessariamente utilizzati. La guardia però va tenuta altissima. I rischi come vediamo sono reali e gli incidenti, purtroppo, all’ordine del giorno.

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Un commento

  1. Negli USA e nei paesi del nord Europa, vi sono limiti molto elevati per questo tipo di refrigerante, in quanto si punta alla sicurezza guardando di più all’efficienza che alla burocrazia ma la sicurezza totale è impossibile. Nonostante la nostra legislazione preveda limiti più ristretti di quelli imposti dall’Europa, rimaniamo uno dei fanalini di coda per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro e ciò dimostra come non sia il pedante controllo di ogni singola procedura da parte di qualche burocrate a garantire la sicurezza delle persone, ma una formazione di qualità, la rapidità di intervento e le energie delle aziende concentrate sulla efficienza, l’acquisto di strumentazioni valide e l’organizzazione del lavoro a dare le migliori garanzie per chi opera sul campo.

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