Dagli Stati Uniti riceviamo notizie poco confortanti. Quello che ci attende sarà l’inverno più rigido del secolo. La fonte sono i meteorologi di di AccuWeather che rilevano un arrivo anticipato del vortice polare nel nordest degli Stati Uniti.La previsione quanto riguarderà il vecchio continente? Cosa c’è di vero nelle ipotesi di gelate che nei mesi di gennaio e febbraio coinvolgeranno tutto l’emisfero settentrionale?
Se è vero che tre indizi fanno una prova ci aspetta l’inverno più rigido che a memoria d’uomo possiamo ricordare. Gli elementi sono molteplici ma il più significativo riguarda le teorie, già trattate su queste colonne, dell’arrivo di una piccola era glaciale della durata di 80 anni.
Il dato parrebbe in contraddizione con le campagne promosse negli ultimi decenni sul surriscaldamento terrestre, ma si sa la natura non è nuova a situazioni imprevedibili e vive una capacità straordinaria di autorigenerarsi. I due fenomeni sono infatti stranamente connessi.
Lo scioglimento dei grandi ghiacci polari fa sì che venga immessa una grande quantità di acqua a temperatura inferiore rispetto al normale negli oceani, rallentando e vanificando l’effetto della corrente del golfo. Ergo un calo drastico delle temperature in tutta europa.
Non sarebbe la prima volta che accade un fenomeno simile. Il grande freddo del 1709 fu infatti provocato da uno scioglimento anomalo dei ghiacci nella penisola di Terranova, sommato ad un anticiclone proveniente dalla Russia, che provocò effetti spaventosi in Europa (in pochi giorni ghiacciò tutto dalla Scandinavia al Portogallo) e anche in Italia. Le gondole rimasero intrappolate nella Laguna di Venezia ghiacchiata, ghiacciò per la prima e unica volta a memoria storica la superficie del lago di Garda e il porto di Genova fu bloccato. Addirittura nel tacco dello stivale ghiacciò il fiume Ofanto!
Queste notizie di un clima impazzito, a differenza del passato per effetti antropici, non può che fare riflettere sull’importanza di uno sviluppo consapevole in particolare nel nostro settore. La parola d’ordine deve essere uno sviluppo intelligente. Le nuove tecnologie lo permettono. Occorre avere l’elasticità mentale e la volontà di abituarsi ai cambiamenti.
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