Uno studio pubblicato da ELEMENS, sulle conseguenze degli incentivi al sistema eolico, indica che tramite la realizzazione di aste e registri l’Italia potrebbe raggiungere gli obiettivi europei fissati per il 2020 riducendo l’A3 della bolletta elettrica di 2 miliardi di euro.
“Si è concluso il primo triennio dei nuovi meccanismi delle aste e dei registri (disciplinati dal DM 6 luglio 2012 e facente riferimento al periodo 2013-2015) all’interno del quale hanno avuto luogo le prime procedure competitive per l’assegnazione di incentivi;” – ha affermato ANEV, che prosegue -“tale prima fase ha evidenziato alcune criticità, e gli operatori sono in attesa dell’approvazione del previsto provvedimento Ministeriale che disciplini l’adozione dei nuovi meccanismi per il restante periodo 2016-2020 definisca contingenti annuali e le relative procedure di selezione dei progetti. L’adozione dei nuovi contingenti per l’eolico risulta oltremodo opportuna, in quanto i benefici connessi alla realizzazione dei nuovi impianti (riduzione del prezzo elettrico, gettito fiscale, benefici territoriali) risultano significativamente superiori rispetto ai costi di incentivazione previsti”
Quale sarebbe quindi il rapporto costi/benefici delle nuove aste?
Il costo verrebbe riassorbito e peserebbe sul sistema solo con una piccola parte degli incentivi producendo però una netta crescita del settore e una tariffazione più leggera agli utenti finali.
“Ipotizzando uno scenario low, sostanzialmente in linea con quanto avvenuto nel passato, i maggiori costi sarebbero assai inferiori rispetto al risparmio dovuto ai Certificati Verdi uscenti, coprendo una misura compresa tra il 6% e il 21% del risparmio ottenuto con la fine degli incentivi dei ‘primi Certificati Verdi’. Pertanto, nell’anno di maggior costo (2022), la spesa aggiuntiva sarebbe pari ad un massimo di 83 milioni di euro contro i 391 milioni di minor costo liberati dagli impianti in phasing out.
Il 2014 è stato un anno nero per le installazioni eoliche, con gravi conseguenze per l’occupazione e le nuove possibilità di sviluppo. ANEV ha pubblicato uno studio in tal senso dimostrando quali azioni siano necessarie per una nuova primavera del settore
“Un tale declino è ingiustificabile se paragonato ai risultati dello studio eLeMeNS, che mostrano chiaramente come con un impegno minino il settore potrebbe dare al Paese una spinta significativa per uscire dalla crisi. È necessario quindi che il Governo tenga conto di questi risultati se vuole favorire il consolidamento di un’industria matura come quella eolica, creare nuovi posti di lavoro e prestare fede agli impegni presi in sede comunitaria in tema di clima e ambiente” ha conlcuso ANEV.
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