ACC, l’arrivo dei Cinesi salva il gruppo ma è polemica: diminuzioni salariali, ferie e malattia tagliate

Acc-Compressor-MelGiorni grigi a Mel in provincia di Belluno. La storica ACC Compressors ammaina il Tricolore e imbraccia la bandiera rossa a 5 stelle.

La storica azienda, leader europea nella produzione di compressori ermetici, fondata nel 1966, uno dei tanti simboli industriali del nord locomotiva d’Italia, viene acquisita da un gruppo cinese.

Meno ferie, paletti ai giorni di malattia, tagli negli organici e nei costi degli stipendi.

Questa è l’Europa della globalizzazione. Dei mercati liberi, della concorrenza sleale dei paesi in via di sviluppo che dopo aver distrutto i nostri mercati piombano come rapaci ad acquisire per pochi spiccioli le nostre inginocchiate attività.

La crisi dell’azienda dovuta ad anni di malagestione l’ha portata a seguito della dichiarazione di insolvenza ad essere posta in amministrazione straordinaria a giugno del 2013.

Da li la guida del Commissario Straordinario, il Senatore Maurizio Castro (già Direttore Risorse Umane Electrolux Zanussi) che ha tenuto a galla con professionalità una situazione esplosiva.

L’ancora di salvezza per una possibile continuità aziendale è giunta proprio dai cinesi della Wanbao Group Compressor Co Ltd, con sede a Guangzhou in Cina, uno dei leader mondiali del settore del compressore che garantirà allo stabilimento di Mel la continuità industriale, con l’assegnazione di 3.200.000 compressori nel 2014 e di 3.600.000 nel 2016.

La cura drastica imposta dai cinesi prevederà tagli salariali sino al 27% (l’accordo iniziale prevedeva il 10%) e la rinuncia ad altre guarentigie che in Italia sono la normalità, ma che in Cina non sono previste e calcolate.

E dire che i lavoratori ACC di sacrifici in questi anni ne hanno fatti molti. A partire dagli 8 anni di cassa integrazione.

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Dei 600 occupati attualmente solo 455 ritroveranno collocazione a seguito della dieta a base di involtini primavera. 300 immediatamente e 155 a scaglioni nel corso dell’anno.

“Trattando con un’azienda italiana o europea avremmo avuto una base di riferimenti. Qui partiamo da zero” spiega Elena Donazzan, assessore al Lavoro della Regione Veneto. La giovane pasionaria veneta si è spesa moltissimo, a partire dal commissariamento, per la salvezza del gruppo, creando un comitato di sorveglianza e ragionando direttamente con il MISE.

E’ recente la notizia che gli operai di Mel abbiano indetto un referendum per decidere in maniera partecipativa se accettare le condizioni imposte dai cinesi. Un segnale positivo, un richiamo alla dignità del lavoro per un popolo forte, di grandi lavoratori come quello veneto. Un segnale che non può che essere colto con grande entusiasmo perché come cita un celebre e recente romanzo “La fame va e viene ma la dignità, una volta persa, non torna mai più”.

Attendiamo quindi gli sviluppi, che comunicheremo nei prossimi giorni.

Un forte sostegno da parte della redazione di I&F Online ai lavoratori di Mel!

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