In questi giorni è in corso a Lima la XX Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici/X Meeting delle Parti del Protocollo di Kyoto.
Al momento della partenza per Lima, il Ministro italiano dell’Ambiente Gian Luca Galletti (in Perù in rappresentanza di tutte le nazioni europee) ha dichiarato:
“L’Europa, che l’Italia rappresenta come presidenza di turno Ue, approda alla Conferenza sul Clima di Lima con idee chiare. L’obiettivo di un accordo globale, di cui gettare le basi a Lima e da definire e siglare il prossimo anno a Parigi, è un traguardo che l’Europa perseguirà con impegno; si tratta dell’ appuntamento internazionale più importante dell’anno. Il negoziato per la definizione di un accordo per il periodo post-2020, che è cominciato durante la prima settimana dei lavori, è complesso ma esiste un clima di ottimismo che spero si traduca nelle premesse di quell’accordo globale che possa rappresentare uno strumento serio per affrontare l’emergenza climatica”.
I refrigeranti utilizzati nel nostro settore sono un’importante parte in causa, riguardo i cambiamenti climatici.
A Lima, con i maggiori esperti mondiali e le principali autorità politiche, è presente Didier Coulomb Direttore dell’Istituto Internazionale della Refrigerazione di Parigi, partner nei Convegni Europei di Centro Studi Galileo e responsabile della refrigerazione per conto dell’80% delle nazioni mondiali.
Coulomb si è incaricato di portare a Lima la rivista International Special Issue (clicca sul titolo per scaricare una copia in PDF) per consegnarla ai Capi di Stato e ai rappresentanti dei massimi organi mondiali in materia di clima, come regolarmente avvenuto nei precedenti congressi di Doha, Bangkok, Durban, Poznan.
La rivista è una pubblicazione tecnica edita da Centro Studi Galileo in partnership con il dipartimento ambiente delle Nazioni Unite. l’UNEP, che nacque 8 anni fa proprio su sollecitazione dell’UNEP che necessitava di una pubblicazione biennale da distribuire ai convegni per fare il punto dei risultati raggiunti.
Dai primi giorni di congresso in Perù sono giunte buone notizie per il clima e per l’ambiente, come quella riportata dal Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente Francesco La Camera riguardo i conferimenti per il “Green Climate Fund” il fondo internazionale per il clima, che sono cresciuti fino a 9,95 miliardi di dollari di cui 4,6 miliardi a carico dei paesi dell’Unione Europea.
Il Ministro Galletti, nel primo giorno di sessione ha incontrato il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban-ki-Moon, che si è detto positivo rispetto al futuro del clima e alla possibilità di non superare i due gradi centigradi di aumento della temperatura. Ecco la dichiarazione resa dal Segretario Generale agli organi di stampa:
“I governi stanno rispondendo come non lo avevano mai fatto prima, la nostra azione collettiva non è stata all’altezza delle nostre responsabilità. Esiste ancora una possibilità di restare al di sotto della soglia dei 2 gradi centigradi”
Parole di speranza ma anche un richiamo forte alla responsabilità delle singole compagini governative.
Ban – Ki -Moon ha chiesto inoltre a Galletti, come portavoce di tutti i paesi europei, di continuare nell’azione di moral suasion sulla tutela del clima nei confronti di quelle nazioni che rispetto al vecchio continente sono ancora indietro a livello normativo e pratice e per il fundraising relativo al “Green Climate Fund” di cui la CE è contributrice al 50%.
La plenaria di poche ore fa ha visto protagonista nuovamente l’Italia con la relazione del Ministro Galletti che ha lanciato un forte monito: “Il tempo che ci separa da Parigi 2015 è l’ultimo tempo che abbiamo per intervenire sul clima” addivenendo poi ad un appello:
“Nei giorni passati abbiamo ascoltato appelli accorati e convincenti perchè s’intervenga con urgenza. Non c’è più tempo per aspettare. Dobbiamo fare in modo che l’accordo 2015 sia in grado di rispondere alle più recenti inidcazioni scientifiche sul processo di surriscaldamento del pianeta e ci mantenga collettivamente sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di limitare l’incremento della temperature al di sotto 2 ° C.
Per ottenere ciò, l’accordo 2015 deve contenere 4 elementi:
1) indicare la strada verso un’economia globale a basse emissioni2) contenere degli impegni di mitigazione ambiziosi e vincolanti3) prevedere delle regole precise ed essere dotato di meccanismi di verifica che consentano di dimostrare e garantire il progressivo raggiungimento degli impegni4) stabilire un meccanismo per esaminare periodicamente il livello di ambizione delle politiche di mitigazione alla luce della più recenti scoperte scientifiche.L’accordo 2015 deve essere equilibrato, giusto, robusto ed equo. Dovrò definire un quadro complessivo di lotta al cambiamento climatico, al fine di permettere a tutti noi di adottare le misure necessarie per prepararsi agli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici.L’accordo 2015 deve anche assicurare che i Paesi che ne hanno più bisogno, continuino ad avere il sostegno di cui necessitano.Siamo venuti a Lima sull’onda dell’entusiasmo che è senza precedenti, generata da recenti annunci positivi ed eventi:· l’obiettivo europeo di ridurre le emissioni di almeno il 40 % entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990· la recente comunicazione da parte degli Stati Uniti e la Cina· Il comunicato da parte del G20 di confermare l’impegno di voler raggiungere un accordo a Parigi· la capitalizzazione iniziale del Fondo Verde per il Clima· Il summit dei leader mondiali con il Segretario Generale delle Nazioni Unite di inizio anno che ha dato vita a iniziative solide e a proposte di azioni concrete.L’Unione Europea è qui per trovare delle soluzioni e possibili indirizzi futuri. Siamo consapevoli che il tempo rimasto è sufficiente per raggiungere questo obiettivo.Ma siamo soprattutto consapevoli che questo tempo, il tempo che ci separa da Parigi 2015, é l’ultimo tempo che abbiamo se vogliamo evitare conseguenze gravissime per tutto il pianeta e per tutti i popoli.”
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