Il controllo  degli Attestati di prestazione energetica degli edifici (APE): il punto della situazione in Italia e in Unione Europea

unnamedIl Comitato Termotecnico Italiano ha diffuso il Rapporto 2014 sullo stato dell’arte della certificazione energetica degli edifici.
Il controllo  degli Attestati di prestazione energetica degli edifici (APE) avviene tramite il sistema di archiviazione; istituito in quasi tutti i paesi della Comunità Europea è gestito a seconda degli stati nazionali a livello centrale o a livello regionale.
Italia, Gran Bretagna, Belgio, Spagna e Austria lo gestiscono a livello regionale. Gli stati che per primi hanno sviluppato il metodo di archiviazione sono l’Austria e la Bulgaria nel 2005, la Danimarca e l’area fiamminga del Belgio nel 2006.La Germania è recentemente passata da un sistema di archiviazione di tipo federale a un registro centrale.E’ difficile delineare la situazione ottimale, tuttavia alcuni movimenti in corso farebbero pendere l’ago della bilancia verso quegli stati che hanno scelto il sistema di archiviazione centralizzato e non affidato alle realtà regionali.La presenza di più archivi sul suolo di un singolo stato membro infatti, può essere, a detta dei tecnici, di intralcio per il reperimento di dati e la creazione di statistiche.
In alcuni paesi membri addirittura gli archivi sono separati anche per tipologia degli edifici siano essi di nuova costruzione, residenziali e non residenziali.
Queste motivazioni hanno spinto, per esempio l’Austria che come detto sopra è stata pioniere nell’istituzione degli archivi, a ripensare ad un archivio unico centrale.
Medesimo progetto è in corso per la Spagna e per l’Italia.
Ad una rapida analisi, tuttavia, possiamo notare che la centralizzazione per l’Austria è poco problematica, viste le ridotte dimensioni territoriali, ma per le nazioni più estese, quale ad esempio l’Italia, si verificano maggiori difficoltà.

La situazione in Italia.

Ti potrebbe interessare:  L’industria italiana della refrigerazione industriale protagonista dell’innovazione in Sud America

Come detto l’Italia ha scelto un metodo di archiviazione su scala regionale con pianificazione a livello centrale.
La prima regione italiana a dotarsi un registro APE è stata la Lombardia nel 2007, a ruota nel 2009 Piemonte e Emilia Romagna. In queste tre regioni si trovano anche i database più dettagliati.
Nel 2014 si sono adeguate al catasto APE tre importanti regioni del sud: Campania, Sicilia e Calabria. L’Umbria ha reso invece operativo il sistema informatizzato per la compilazione e l’invio degli APE che è in fase di test e sarà operativo a breve.
Nota negativa obbligatoriamente da citare è che alcune Regioni sono ad oggi sprovviste del registro: Basilicata, provincia autonoma di Bolzano, Lazio, Molise, Puglia, Sardegna e Toscana.
Visto che la Bulgaria si è adeguata nel 2005, a distanza di 10 anni, uno sforzo in questa direzione sarebbe necessario.
Una delle problematiche nella creazione di statistiche e nell’unificazione degli archivi regionali scaturisce dai sistemi in uso che spesso non sono compatibili e uniformi. Alcuni immagazzinano file XML, altri acquisiscono esclusivamente le informazioni degli APE.
Altro argomento significativo è la presenza del catasto degli impianti di climatizzazione, anche questo demandato in capo alle Regioni e alle Province autonome, secondo i dettami della legge 90/13 che prevede la predisposizione di un sistema informativo per la gestione dei rapporti tecnici di ispezione e degli attestati di prestazione energetica; le regioni – province che hanno già istituito tale registro sono solo 5: Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Trento e Veneto.
Sono in fase di costituzione Abruzzo, Bolzano, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Umbria

Rispondi