Il Ministero ha dato il via all’attesa fase delle verifiche e i risultati sono lusinghieri. Intendiamoci, le zone d’ombra nelle quali ancora molti operano non sono completamente scomparse, tuttavia il dato di 20mila imprese certificate e di 48mila che hanno intrapreso il percorso fa ben sperare in una definitiva regolarizzazione delle ditte che operano nel settore nel giro di pochi mesi.
Le imprese che stanno operando ma che non si sono ancora regolarizzate dovrebbero essere all’incirca 10mila. Il divario cala rapidamente. A luglio 2015 infatti la percentuale di “regolari” era molto più bassa; sicuramente c’è molta buona volontà ma, a quanto pare, i controlli hanno giovato.
Per notare una forte differenza basta paragonare il dato odierno con quello di gennaio 2015 dove le imprese certificate erano “solo” 13mila.
Un effetto importante sulle certificazioni hanno certamente avuto le lettere inviate dal Ministero dell’Ambiente lo scorso anno alle imprese che non avevano ancora adempiuto agli obblighi di legge iscrivendosi al registro. Le lettere chiedevano di rispondere entro 15 giorni motivando il mancato allineamento.
Per quanto riguarda le persone iscritte la situazione è, anche in questo caso, positiva ma migliorabile. A fronte di 73mila iscrizioni al registro le persone certificate sono 51mila. Considerando un 10% di persone che non hanno neppure iniziato l’Iter con l’iscrizione al registro sono circa 30mila i tecnici ancora da certificare. Inoltre la pratica della certificazione della persona viene spesso usata dalle aziende per aggirare la certificazione aziendale. Le imprese inviano propri dipendenti a conseguire il Patentino Frigoristi per poi operare in ambito F-Gas come Partita Iva ponendosi come concorrenti sleali delle imprese che hanno investito per essere in regola con le certificazioni.