Anche Le Figaro si occupa del commercio illegale di refrigerante e intervista AREA

JanineAREAIl problema del commercio illegale di refrigeranti sta assumendo sempre più contorni globali e dimensioni preoccupanti, tanto da attirare su di sé i riflettori dei media internazionali.
Dopo gli ultimi allarmanti episodi verificatisi in tutta Europa, anche Le Figaro ha dedicato un articolo di approfondimento a questo fenomeno che contribuisce a creare delle distorsioni sul mercato oltre che ad ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo di ridurre l’utilizzo di gas ad elevato GWP.
Per avere un parere autorevole su questa annosa questione, il prestigioso quotidiano francese ha interpellato AREA nella persona di Olivier Janin.
Il Segretario Generale dell’Associazione di Categoria europea del settore HVACR ha illustrato come la diffusione del commercio illegale possa essere in parte riconducibile all’entrata in vigore dell’Emendamento di Kigali al protocollo di Montreal: “Il phase-down degli HFC ha portato ad una riduzione della disponibilità di questi refrigeranti. I loro prezzi sono aumentati in maniera significativa e ciò ha creato condizioni favorevoli per la nascita di un mercato illegale parallelo“.
Da anni AREA è impegnata in prima persona nella lotta al commercio illegale di gas refrigerante, sia tenendo costantemente informati i propri associati sia portando la problematica nelle opportune sedi istituzionali: “Stiamo tentando di avvertire installatori e utilizzatori dei rischi connessi all’acquisto di refrigeranti illegali e di aiutarli a distinguere le fonti illecite – ha spiegato Janin –Supportiamo inoltre gli sforzi della Commissione europea volti ad accelerare l’inclusione delle quote di HFC in un sistema di facilitazione commerciale per le dogane. L’assenza delle quote di HFC dal sistema a sportello unico per le dogane rappresenta un ostacolo notevole ai controlli doganali“.
Alcuni attori all’interno del sistema comprano refrigeranti illegali consapevolmente, mentre altri potrebbero anche ignorare il fatto che il refrigerante acquistato provenga da una fonte illegale. Ciascun paese ha il proprio livello di sanzioni ed è molto difficile stabilire una lista esaustiva di sanzioni“, ha concluso Janin ai taccuini de Le Figaro.

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