L’inverno Europeo più caldo di sempre: otto anni di cambiamenti climatici

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Un dato registrato dal Copernicus Climate Change Service: la “febbre del pianeta”, iniziata nel 2012, continua a segnare nuovi picchi e a destare preoccupazioni.

Copernicus Climate Change service (C3S), creato dalla Commissione europea e dal Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine, pubblica mensilmente bollettini sul clima mettendo insieme miliardi di dati analizzati e processati al fine di avere quadri plausibili delle situazioni climatiche, sui quali i decisori politici possono poi basarsi per operare.

1,4° in più rispetto al 2015/16: questo il dato del caldo record di questo Inverno. Pur trattandosi di un caso limite, è del tutto plausibile che il fenomeno sia stato estremizzato dai fenomeni di riscaldamento globale, anche se si tratta di un dato che può indurre in errore, essendo le temperature stagionali estremamente variabili di anno in anno.

I dati sono stati presentati da Carlo Buontempo, direttore del C3S: anche il mese di febbraio è stato caratterizzato da temperature eccessive, appena 0,1° rispetto al 2016, febbraio più caldo di sempre: confrontando il dato con la media del periodo 1981-2010, l’innalzamento è stato di ben 3,9°.

Negli ultimi otto anni, i danni ai vari ecosistemi (moria delle api, scioglimento dei ghiacciai e caldo record ai poli, solo per citarne alcuni) hanno portato l’IPCC – Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico a stimare che il conseguente innalzamento del livello dei mari mette a rischio le vite di oltre 360 milioni persone, una stima peraltro giudicata cauta da numerosi studiosi.

 

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