
Dati estremamente preoccupanti: il mese di ottobre da poco concluso può vantare un primato non invidiabile, essendo stato il più caldo mai registrato in Europa… e non solo.
Il cambiamento climatico sembra avanzare senza sosta, continuando a far registrare temperature record in tutto il globo: il riscaldamento globale sembra ormai inarrestabile, ulteriore conferma della necessità di applicare nuove regole per garantire che la situazione non peggiori ulteriormente.
Lo studio del Copernicus Climate Change Service (C3S) sembrerebbe confermare il problema: l’analisi basata sulla temperatura globale dell’aria in superficie e sulle coperture di ghiaccio ha evidenziato una serie di anomalie nei settori orientali, con temperature (in controtendenza) sottomedia solo nelle zone sud-occidentali d’Europa: il dato non è bastato tuttavia a controbilanciare le problematiche riscontrate, portando al triste primato di ottobre.
In ogni caso, è un altro il dato più preoccupante: il Circolo Polare Artico ha registrato la sua minore espansione dal 1979, anno in cui è iniziata l’osservazione, proprio nel mese di ottobre 2020, probabilmente per via di frequenti ondate di calore che, dall’Europa dell’est, hanno comportato un trimestre estivo molto caldo, che ha raggiunto altissime latitudini, Siberia inclusa.
Dalla fine degli anni ’70, inizio delle rilevazioni, la temperatura media della Terra ha continuato a salire al ritmo di circa 0,2°C a decennio, con un conseguente stravolgimento degli ecosistemi e risposte climatiche estremamente violente, come nubifragi, inondazioni e alluvioni.
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