Gli esperti lanciano l’allarme caldo: “Sopra i 15 gradi fusione degli strati superficiali dei ghiacciai”.
Un grande caldo inaspettato mette nuovamente in pericolo i grandi ghiacci dell’antartide, dove pare scoppiata un’inattesa primavera. 17,5 gradi al sole, stessa temperatura delle nostre latitudini.
I dati giungono dalla base argentina Esperanza, sito di segnalazione per il Servizio Meteorologico “albiceleste”.
Gli esperti della base, non credendo possibile una simile situazione, si sono affrettati a controllare il funzionamento degli apparecchi di rilevazione che però non hanno lasciato spazio a dubbi e, naturalmente, preoccupazioni: la più alta temperatura nella storia del continente di ghiaccio è stata raggiunta.
Il dato è stato confermato anche dalla Marambio, base intitolata all’italiano Gustavo Argentino Marambio, che ha rilevato il giorno precedente 17,4 gradi.
Le temperature medie del polo sud solitamente non superano gli 8°, con una punta registrata nell’82° di 13°.
Dove sono da ricercare le cause di tali fenomeni?
Sicuramente nel riscaldamento globale, nell’effetto serra causato dal buco dell’ozono, che oggi grazie all’accresciuta consapevolezza globale sta lentamente migliorando, ma che è ancora sufficientemente critico da provocare fenomeni apparentemente inspiegabili.
Un innalzamento delle temperature di tale livello, se esteso ad un’area significativa e prolungato nel tempo provoca la fusione degli strati superficiali dei ghiacciai e di banchi gelati sviluppatasi in mare, le cosiddette “piattaforme”.
Nel marzo del 2002 temperature molto inferiori ad oggi hanno provocato il cedimento della barriera Larsen B che costituiva un enorme lago di ghiaccio delle dimensioni della Valle d’Aosta vecchio 12mila anni!
Tutti questi fenomeni contribuiscono alla perdita complessiva di risorse idriche e all’innalzamento dei mari.