L’attività antropica continua a cagionare gravi danni al Pianeta. Sono sempre più frequenti le stranezze che leggiamo riguardo ad un clima ormai impazzito. Alcune di queste rivestono, in previsione futura, un’importanza maggiore. Fa balzare sulla sedia, ad esempio, la notizia che in questa estate lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia è aumentato del 50%!
La fase di fusione è cresciuta a dismisura e la colpa non è solo il caldo africano che ha investito l’Europa e le conseguenze sono significative. L’apporto all’innalzamento globale dei mari da parte del ghiaccio groenlandese è di circa il 30%.
Le cause principali parrebbero essere il regime di alta pressione che ha legato le temperature dei ghiacci in un range tra 2 e 7 gradi centigradi e l’inscurimento della superficie ghiacciata. Molto semplice quindi: una superficie scura assorbe più calore e se la superficie è fatta di ghiaccio si scioglie con maggiore facilità.
L’inscurimento della superficie è un problema difficilmente risolvibile. E’ in parte determinato dalle polveri degli incendi della tundra artica facilitati dal calore intenso e in parte dalle acque di scioglimento che sono più scure del ghiaccio. Quindi un problema irrisolvibile: le acque scure aumentano la temperatura causando a loro volta altre acque più scure del ghiaccio sciolto.
La base di tutto come vediamo è sempre il surriscaldamento del pianeta causato dall’attività dell’uomo. Quanto sta affrontando il nostro settore per limitare i danni ambientali relativi alle produzioni si rivela quindi quantomai opportuno e necessario, nonostante i disagi e i costi di investimento che aziende e tecnici si trovano a sostenere.
Mai stato in Groenlandia.