Buco dell’ozono ridotto del 60% in un anno: merito delle alte temperature

ozono-ottobre-2019Il buco dell’ozono sopra l’Antartide si è ridotto del 60% rispetto a un anno fa, ma l’obiettivo del Protocollo di Montreal non è ancora stato raggiunto.
Stando ai dati forniti dagli studiosi americani della NASA e della NOAA (Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica), il recupero dello strato di ozono fatto registrare in questo ultimo anno sarebbe da attribuire principalmente al caldo anomalo verificatosi negli strati superiori dell’atmosfera nelle regioni del Polo Sud.
Il pericolo rappresentato dalle emissioni di CFC, HFC e di tutte le sostanze ozonolesive non deve essere perciò sottostimato. Recentemente è stato illustrato come una nuova minaccia per l’atmosfera arrivi oggi dall’esafluoruro di zolfo (SF6), potente gas a effetto serra impiegato nell’industria elettrica.
Paul Newman del Goddard Space Flight Center della NASA ha spiegato che sono state soprattutto le alte temperature nella stratosfera a contribuire a questa situazione nell’emisfero australe. Infatti, a 19 chilometri sopra la superficie, fascia dove si concentra l’ozono, a settembre le temperature erano più alte della media di ben 29 gradi.
Quest’anno il buco dell’ozono ha raggiunto la superficie minima di 9,3 milioni di chilometri quadrati, mentre l’anno scorso era di 22,9 milioni. Un’estensione così ridotta come quella raggiunta tra il 7 settembre e il 13 ottobre del 2019 non veniva registrata dal 1983, quando era di 7,9 milioni di chilometri quadrati. L’estensione massima quest’anno è stata raggiunta l’8 settembre con 16,4 milioni di chilometri quadrati, momento a partire dal quale si è poi progressivamente ridotta.

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