
La documentazione presentata dal EFCTC all’invito a presentare prove sulle sostanze PFAS ha messo a disposizione del pubblico un pacchetto completo di informazioni basato sul paper “Per- and Polyfluoroalkyl Substances: Hfcs and Hfos a distinct subset“.
Anche se gli HFC e gli HFO rientrano nella definizione di PFAS utilizzata per l’indagine, non presentano tutte le proprietà del gruppo di sostanze che sono più comunemente considerate PFAS (sostanze fluorurate organiche con un nucleo C6 o superiore). Come dimostrato nelle osservazioni di EFCTC, HFC e HFO non soddisfano i criteri di persistenza di cui si parla all’interno dell’allegato XIII del regolamento REACH.
Una vasta ricerca è inclusa nella documentazione relativa al destino ambientale delle sostanze: tutte degradano nell’ambiente naturale, e i meccanismi e i prodotti risultanti sono generalmente noti, compresa la loro durata atmosferica. I prodotti finali di degradazione sono sostanze presenti naturalmente nell’ambiente da milioni di anni.
Il rapporto dell’OCSE che ha sviluppato l’elenco di oltre 4700 sostanze PFAS cui si fa riferimento nella richiesta di prove, osserva che “Secondo la terminologia attualmente più accettata (Buck et al., 2011), le sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) sono una famiglia di sostanze chimiche antropogeniche che “contengono uno o più atomi di C su cui tutti i sostituenti H (presenti negli analoghi non fluorurati da cui derivano teoricamente) sono stati sostituiti da atomi di F, in modo tale da contenere la frazione perfluoroalchilica ( CnF2n + 1–)“.
In conclusione, l’EFCTC ritiene che qualsiasi azione normativa dovrebbe essere adottata a livello di sottoinsieme di HFC e HFO, o di singola sostanza e non a livello di gruppo PFAS, e dovrebbe basarsi su solide prove scientifiche che tengano conto di strutture e proprietà specifiche. Di conseguenza, avrebbe senso escludere questo gruppo di sostanze dall’ampio campo di applicazione di questo Risk Management Option Assessment.
Questo articolo è offerto da Centro Studi Galileo, il più autorevole Centro Formativo in Europa, considerato uno dei primi nel mondo, per l’attività di formazione (Corsi) e informazione (Convegno Europeo) nei settori della refrigerazione e del condizionamento.
Fondato nel 1975 ha formato circa 60mila Tecnici e da sempre collabora con realtà internazionali, sviluppando partnership di altissimo livello con le Nazioni Unite, l’Istituto Internazionale del Freddo e la Commissione Europea. Le Nazioni Unite hanno scelto Centro Studi Galileo per la formazione dei Tecnici nei paesi in via di sviluppo.
È Editore di Industria&Formazione, la prima rivista italiana del settore.
Dal Centro Studi Galileo, recependo le direttive europee e nazionali, nascono il Patentino Europeo Frigoristi e il Patentino Italiano Frigoristi, Certificazioni che hanno permesso ai Tecnici italiani del Freddo di battere la concorrenza a basso costo e dare piena dignità ad una Professione che meritava da tempo di essere riconosciuta offrendo una Patente ai Tecnici che operano con capacità tecniche, senza rischi e a impatto zero.Per info scrivere a corsi@centrogalileo.it