
Confermati in Europa 2030 e 2050 come orizzonte di riferimento: il taglio delle emissioni ora diventerà obbligo giuridico. Delusi tuttavia verdi e ambientalisti, che auspicavano misure più drastiche.
Buone notizie per il clima, in concomitanza con la Giornata Mondiale della Terra, che cade il 22 aprile di ogni anno: l’Europa approva nuovi tagli, mentre anche USA e Cina sono aperti iniziare un percorso con gli stessi obiettivi. Lo scopo è quello di arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050, puntando a una serie di obiettivi intermedi, come il taglio del -55% entro il 2030 e uno step ancora da definire entro il 2040. Per quanto concerne il fronte europeo, l’accordo è arrivato dopo 14 ore di negoziato tra Europarlamento e Consiglio UE, stabilendo un punto fermo che permetterà al vecchio continente di presentarsi da leader al tavolo virtuale organizzato dal Presidente USA Joe Biden, al quale parteciperà anche il presidente cinese Xi Jinping.
Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, e Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, hanno espresso grande soddisfazione per il risultato, “che donerà all’Europa un futuro più green e sostenibile“. Tiepida invece la reazione di verdi e ambientalisti, così come del WWF, dal momento che l’Aula aveva chiesto una riduzione entro il 2030 del 60%, quota peraltro già inferiore al 65% indicato dalla comunità scientifica: la testi è che il taglio effettivo, al netto della capacità di assorbimento di suoli e foreste, sarà oltretutto del 52,8%, quindi insufficiente.
Approvata anche la nuova “etichetta green” agli investimenti, ossia un elenco di attività economiche individuate come sostenibili. Per l’inclusione nell’elenco di Gas e Nucleare bisognerà aspettare tuttavia fine anno: favorevoli all’inclusione rispettivamente Germania e Francia.
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