La startup di casa Angelantoni, famosa per aver applicato la tecnologia turbo tipica dell’ambiente automotive agli impianti frigoriferi (con notevoli risparmi elettrici e conseguente abbassamento dell’inquinamento generato), ha ottenuto finanziamenti dal Gruppo Intesa Sanpaolo per 650 mila euro.
In estrema sintesi, la tecnologia turbo consente di recuperare parte dell’energia che viene persa nella valvola di laminazione, quando il liquido refrigerante passa da una situazione di alta a una di bassa pressione. Questo si traduce in un incremento della potenza frigorifera dell’impianto fino al 56%, con conseguente riduzione dei consumi fino al 23%.
Turboalgor, come brand, è nato come costola di Angelantoni Industrie nell’ambito di un progetto di ricerca che ha già ottenuto 6 milioni di euro di finanziamento di diverso tipo, tra i quali investimenti privati e pubblici, bandi nazionali, e l’apporto del Ministero dell’Ambiente (500 mila euro) e della Comunità Europea, nell’ambito di Horizon 2020 (2,4 milioni).
Turboalgor ha di recente terminato la prima fase sperimentale del prototipo per impianti frigoriferi transcritici ad anidride carbonica, che hanno messo in evidenza il corretto funzionamento del sistema, con un risparmio energetico del 14%.
L’idea è quella che un migliore approccio alla gestione energetica dell’impianto garantisca ottimi benefici ambientali: “Intesa Sanpaolo ha dimostrato con i fatti di credere nel progetto Turboalgor e, nonostante le difficoltà legate alla situazione pandemica, ci ha sostenuto sin dalle fasi iniziali. La banca ha dimostrato di avere l’approccio corretto quando si affrontano innovazioni nel campo ambientale, dove c’è bisogno di dotarsi di una visione di lungo periodo. Ringrazio Intesa Sanpaolo a nome di tutto il team Turboalgor”, ha fatto notare Mauro Margherita, CEO di Turboalgor.
Sul finanziamento è intervenuto anche Giuseppe Nargi, direttore di Intesa Sanpaolo per Campania, Calabria e Sicilia: “Nel Mezzogiorno supportiamo numerose startup che come Turboalgor decidono di investire in nuovi processi produttivi capaci di aumentare la competitività e diminuire l’impatto ambientale. Grazie al lavoro svolto dal nostro Innovation Hub di Napoli acceleriamo la crescita delle realtà imprenditoriali innovative attraverso attività di trasferimento tecnologico, matching tra aziende mature e giovani imprese, creazione di significative opportunità di business all’estero. La banca ha uno stretto legame con tutti gli attori dell’ecosistema dell’innovazione locale: incubatori, centri di ricerca, le università presenti nella regione e le academy attive presso la Federico II di Napoli”.
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Fondato nel 1975 ha formato circa 60mila Tecnici e da sempre collabora con realtà internazionali, sviluppando partnership di altissimo livello con le Nazioni Unite, l’Istituto Internazionale del Freddo e la Commissione Europea. Le Nazioni Unite hanno scelto Centro Studi Galileo per la formazione dei Tecnici nei paesi in via di sviluppo.
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