“Non c’è niente di più lussuoso di stare al freddo quando fuori fa caldo” recita un’apertura del celebre Usa Today citando l’ilare episodio di due protagonisti di Comedy Central che spaziano nell’afosa New York alla ricerca di una stanza climatizzata. D’altronde, come la maggior parte delle cose che ci rendono felici, l’aria condizionata ha un prezzo. In un momento in cui i paesi devono ridurre le loro emissioni di gas serra per combattere il riscaldamento globale, l’aria condizionata deve essere in qualche modo ripensata. Condizionatori utilizzano circa il 5% di tutta l’energia elettrica prodotta negli Stati Uniti con un costo annuale di oltre 11 miliardi dollari e con un rilascio di 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica! Come citato dalle colonne di I&FOnline nelle scorse settimane il consumo di aria condizionata salirà in maniera spropositata negli anni a venire. Negli ultimi cinque anni, la Cina ha visto un raddoppio delle vendite del condizionatore d’aria. 64 milioni di pezzi sono stati venduti nel 2013. Si prevede di superare gli Stati Uniti come il più grande consumatore mondiale di energia elettrica per l’aria condizionata, entro il 2020. Si noti che i paesi le cui economie sono in espansione, sono anche Nazioni con climi caldi, come il Brasile e l’India. Quindi lo sviluppo economico corrisponderà ad un aumento esponenziale dei sistemi AC e delle emissioni correlate. Situazione ancor più paradossale in India, dove già oggi i dati della Capitale ci dicono che il 40% dell’energia prodotta viene utilizzata per gli impianti di aria condizionata. Quale futuro? Visti i dati, adesso come mai, è necessaria una profonda innovazione tecnologica che garantisca i benefici dell’aria condizionata senza ledere dalle fondamenta il Pianeta.
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