Nei prossimi tre decenni, l’utilizzo di sistemi di condizionamento dell’aria è destinato a subire un’impennata, diventando uno degli elementi chiave della domanda di energia elettrica globale.
Una nuova analisi dell’Agenzia internazionale dell’energia mostra come i nuovi standard possono aiutare il mondo ad evitare la cosiddetta “cold cruch” (crisi fredda), aiutando a migliorare l’efficienza assicurando al tempo stesso il raffrescamento dell’aria. Si tratta del report “Il futuro del condizionamento”, pubblicato in lingua inglese.
Dal rapporto emerge che la maggior parte delle abitazioni nei paesi caldi non hanno ancora acquistato il loro primo impianto di condizionamento. Oggi la climatizzazione dell’aria è concentrata in un numero ristretto di paesi, ma le vendite stanno aumentando rapidamente nelle economie emergenti.
Un altro dato mostra come, entro il 2050, circa due terzi delle abitazioni di tutto il mondo potrebbero avere un condizionatore. Metà del numero totale sarà concentrato in tre paesi asiatici: Cina, India e Indonesia.
L’Agenzia internazionale dell’energia segnala però un problema: i consumatori odierni non acquistano i sistemi di condizionamento dell’aria più efficienti. L’efficienza media dei condizionatori venduti oggi è inferiore alla metà di quella tipicamente disponibile sul mercato e pari ad un terzo di quella della miglior tecnologia esistente.
Infine, il report sottolinea un fatto di importanza non secondaria: il condizionamento rappresenta l’utilizzo di energia negli edifici in più rapida crescita. Senza un’azione che affronti la questione dell’efficienza energetica, la richiesta di energia per il condizionamento degli ambiente sarà più che triplicata da qui al 2050: un consumo di elettricità pari a quello di Cina e India oggi.