Protezione Ozono Stratosferico: l’Europa chiede una valutazione dell’impatto, AREA risponde

Dopo la scoperta del buco nell’ozono, nel 1987, il mondo ha deciso di limitare l’uso di sostanze che riducono lo strato di ozono (ozone-depleting substances, ODS). Ciò ha evitato significativi rischi per l’ambiente e per la salute, derivanti dall’aumento della quantità di radiazione solare che altrimenti avrebbe raggiunto la superficie terrestre. Le ODS non solo sono dannose per lo strato di Ozono, ma sono anche forti gas a effetto serra (GHG).

Gli obiettivi del regolamento (CE) n./2009 sogli ODS sono di garantire il rispetto da parte dell’UE degli obblighi internazionali in materia, con una forte ottica orientata alla prevenzione. Questo è importante per proteggere la salute umana e gli ecosistemi, oltre che per raggiungere la neutralità climatica, entro il 2050, in linea con lo European Green Deal. Attualmente, il regolamento vieta tutti gli usi di ODS soggetti salvo una serie di esenzioni, per le quali le alternative non erano (ancora) disponibili nel 2009. Un elevato livello di ambizione e norme di attuazione rigorose continuano ad essere essenziali per evitare qualsiasi ricaduta.

Attualmente, è in corso una valutazione d’impatto che porterà a una revisione delle norme, alla quale ha partecipato anche AREA (European association of refrigeration, air conditioning and heat pump -RACHP- contractors), realtà che riunisce 25 associazioni nazionali da 22 paesi.

  • AREA ritiene che sia importante che l’Unione Europea mantenga un ruolo d’avanguardia, facendo da apripista e mostrando come procedere alle nazioni del terzo mondo, continuando con il buon lavoro svolto e insistendo ulteriormente sulla salvaguardia dell’ambiente.
  • AREA ritiene che sia altresì necessaria una forte semplificazione del sistema di licenze nell’ottica dell’EU Single Window Environment for Customs, posto che non leda l’efficacia del regolamento e che sia necessario abbattere i traffici illegali.
  • Il testo della regolamentazione dovrebbe essere semplificato, e integrato con nuovi elementi, quali il divieto d’uso di contenitori non ricaricabili (usati dai trafficanti). Occore anche maggiore chiarezza sui nuovi refrigeranti lievemente ODP, come R466A, R1233zd(E): non è chiaro se siano considerati ODS. Inserire un valore limite ODP garantirebbe maggior sicurezza e chiarezza per il loro utilizzo.
  • Le ispezioni nazionali andrebbero eliminate, in quanto non più necessari in molti Stati, così come i report annuali, già eliminati per la refrigerazione. Diventa però importante garantire maggiore flessibilità generale, soprattutto per integrare rapidamente gli sviluppi tecnologici.
  • Introdurre una forma di etichettatura sarebbe estremamente utile, alzando la consapevolezza di operatori e consumatori.
  • Numerosi altri elementi potrebbero portare a benefici per l’ambiente: aumentare le limitazioni, imporre nuove regole in ambito produttivo, introdurre misurazioni che vadano oltre il semplice monitoraggio, allineare le disposizioni ad altre normative europee.
  • AREA prevede un incremento dei costi, all’interno del settore, per un monitoraggio più ampio ed efficiente, ma una riduzione in caso di semplificazione del sistema di licenze e dell’abolizione del sistema a quote.
  • Da ultimo, le opzioni che aumenterebbero i costi operativi e/o amministrativi per l’industria verrebbero probabilmente trasferite ai consumatori/utenti delle apparecchiature. L’introduzione di misure restrittive sulli nuovi ODS, e in particolare su quelli con un ODP ridotto, avrebbe presumibilmente un impatto sull’innovazione costringendo il mercato a sviluppare nuove alternative.

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