F-Gas, ecco i perché del mancato accordo

European Union flag. Free public domain CC0 photo.

Fermi i negoziati, per via delle pressioni di alcuni paesi Europee e degli stakeholders delle pompe di calore, preoccupati dal rallentamento della produzione.

La Commissione europea ha suggerito di ridurre i gas fluorurati a un cinquantesimo all’interno dell’Unione europea. I paesi dell’UE e il Parlamento europeo hanno concordato le rispettive posizioni nella primavera di quest’anno, aprendo la strada ai negoziati finali che avranno luogo nei cosiddetti “triloghi” che coinvolgono la Commissione.

A causa della natura tecnica dei colloqui, la maggior parte delle sessioni di trilogo finora è passata sotto il radar. L’obiettivo era concludere i lavori durante la sessione di mercoledì 19 luglio, con i paesi dell’UE rappresentati dalla presidenza spagnola dell’UE e dalla delegazione del Parlamento europeo guidata dal parlamentare olandese Green Bas Eickhout, tuttavia è diventato chiaro che un accordo era irraggiungibile e i negoziatori hanno deciso di chiudere le trattative.

Ieri un accordo era impossibile perché non si è raggiunto un accordo in merito ai dettagli tecnici”, ha spiegato un diplomatico UE. Le aspettative del Parlamento europeo erano “troppo lontane dal mandato negoziale del Consiglio“, concordato dai 27 Stati membri dell’UE. Tuttavia, i colloqui si sono svolti in un clima sereno che lascia ben sperare per il futuro.

Tre questioni hanno creato lo stallo, figurano le pompe di calore, i quadri elettrici e l’allegato IV, che stabilisce le regole per quando i vari tipi di prodotti saranno vietati.

Sulle pompe di calore si sono cristallizzate due fazioni: da una parte c’è il Parlamento europeo, sostenuto da Germania e Paesi Bassi, che sostiene che l’eliminazione dei gas fluorurati nelle pompe di calore dovrebbe avere la priorità e avvenire in gran parte entro il 2027, e dall’altro i paesi dell’Europa orientale, che insistono affinché il termine venga spostato almeno a fine decennio.

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Limitare i gas fluorurati “rischia di limitare in modo significativo il numero di pompe di calore disponibili in determinati segmenti di mercato“, in contrasto con gli obiettivi del progetto RePowereu, sostiene la European Heat Pump Association (EHPA).

Un altro punto critico riguarda i gas fluorurati utilizzati nei quadri elettrici. La revisione del regolamento F-gas ha minacciato un gas strumentale all’industria: l’SF6. L’esafluoruro di zolfo è un gas a GWP estremamente elevato, 25.200 volte peggio della CO2, ma è contemporaneamente fondamentale per il funzionamento dei quadri, i dispositivi che isolano e regolano i flussi elettrici.

Se si vuole procedere con l’elettrificazione del continente, al momento bisogna mettere in contro la necessità di includere nei calcoli la presenza di SF6, per via della scarsità di alternative.

Queste opinioni divergenti sono emerse durante i colloqui sull’allegato IV, che stabilisce le date a partire dalle quali i prodotti saranno vietati, in base alla loro applicazione e ai gas fluorurati da cui dipendono. Altre aree in cui i due non sono riusciti a mettersi d’accordo includono il trattamento delle pompe di calore – se le diverse varietà tecnologiche di pompe di calore dovessero essere trattate in modo diverso o meno – e i condizionatori d’aria, dove i paesi dell’UE sostengono che un divieto dovrebbe arrivare fino a quattro anni dopo rispetto a quanto previsto dal Parlamento.

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