Anno 2014. L’Europa raggiunge con sei anni di anticipo gli obiettivi fissati per il 2020. Vecchio continente come sempre faro di civiltà a livello mondiale. Asia e Stati Uniti che inseguono.
Le grandi riforme che hanno investito il settore del freddo e del condizionamento hanno contribuito in maniera significativa alla riduzioni delle emissioni in atmosfera per prevenire i cambiamenti climatici.
Tutto iniziò nel 1990 quando in Europa prese il via la riduzione graduale dei gas serra che sarebbe dovuto terminare nel 2020 con una riduzione netta del 20%. Con grande soddisfazione possiamo constatare che già nel 2014 le emissioni hanno raggiunto la percentuale di riduzione del 24%.
Un incentivo a migliorare e migliorarsi per, compatibilmente con le giuste necessità del nostro comparto industriale, procedere nel programma di riduzione.
Il programma è molto più impegnativo. Entro il 2030 le emissioni dovranno essere ridotte del 40%, e nonostante l’obiettivo sia vicino il lavoro è impegnativo.
Quali potrebbero essere le soluzioni financo a livello normativo per facilitare il raggiungimento degli obiettivi?
Occorre una riforma ulteriore del mercato europeo delle emissioni?
Quanto influiscono sull’economia reale le riduzioni dei cosiddetti “inquinanti” tra i quali i gas serra?
Secondo i dati della Commissione Europea è possibile un parallelo tra la riduzione delle emissioni e la crescita economica.
L’economia Europea negli stessi anni in cui tagliava del 24% per cento le emissioni è cresciuta del 46%.