Negli anni 10 del ventunesimo secolo abbiamo tristemente rilevato un numero significativo di decessi causati dai refrigeranti contraffatti. Come spesso accade in Italia, e evidentemente in tutto il mondo, si corre ai ripari a danno fatto. Dopo i primi decessi le autorità hanno iniziato le indagini cercando di capire la reale entità del problema. Si è scoperto per esempio che, a livello globale, circa il 10% al 15% di tutti i contenitori o reefers refrigerati sono stati contaminati con un prodotto chiamato R-40, refrigerante ad alta pericolosità. Un prodotto dal quale diffidare perchè danneggia gli alluminii del sistema e può causare esplosioni.
Cosa attira le aziende e i Tecnici all’uso di refrigeranti a basso costo? Essenzialmente due elementi. Il vantaggio economico e la mancata istruzione riguardo i rischi corsi. Il risultato è che si immette refrigerante altamente infiammabile e dannoso in un’impianto non progettato per il suo utilizzo.
Michael Jorde International Marketing Manager di Harp International ha dichiarato: “Abbiamo visto cose folli in questi anni riguardo i refrigeranti contraffatti. Cilindri con dispositivi di decompressione falsi al loro interno. Lattine di R-134A che volano attraversando i magazzini a causa della pressione sino ad arrivare alle esplosioni degli impianti in caso di valvole di rilascio montate solo per estetica e non funzionanti!”.
Ennesima riprova di quanto denunciamo da tempo. Il problema della contraffazione dei refrigeranti è quanto mai attuale e merita massima attenzione da parte delle autorità competenti.