OEWG 38. Il commento dell’Istituto Internazionale del Freddo

 

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Con un’intervista al Direttore Didier Coulomb, l’Istituto Internazionale del Freddo si è espresso sull’OEWG38, 38a riunione del gruppo di lavoro del protocollo di Montreal che ha avuto luogo a Vienna dal 15 al 23 luglio 2016.
In che modo i progressi compiuti nel corso della riunione OEWG 38 influiranno sul settore della refrigerazione?
L’incontro è stato eccezionalmente lungo e diviso in diversi segmenti, tutti dedicati alla phase down degli idrofluorocarburi (HFC)
Una determinazione comune di particolare significato?
Tutti i paesi hanno riconosciuto l’impatto negativo degli HFC sul clima e la necessità di affrontare la questione nell’ambito del protocollo di Montreal. Nel corso del meeting è emersa la volontà comune di stipulare un accordo internazionale nel più breve tempo possibile, possibilmente nella prossima riunione del Protocollo di Montreal a Kigali (Ruanda) ad ottobre 2016.
Alcuni rappresentanti hanno sottolineato la necessità di confermare il legame con i negoziati sui cambiamenti climatici e l’UNFCCC (Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), a causa del consumo di energia degli impianti di refrigerazione e di condizionamento d’aria, così come il fatto che gli HFC sono tra i gas serra riconosciuti dalla Convenzione di Rio.
Le nazioni in via di sviluppo verranno finanziate nella fase di cambio dei refrigeranti dal Fondo Multilaterale del Protocollo di Montreal.
La riunione ha visto la partecipazione di rappresentanti autorevoli quali: John Kerry, (Segretario di Stato USA), il direttore generale dell’UNIDO, il vice direttore generale dell’UNEP.
Quali sono state le posizioni delle nazioni partecipanti?
Una questione chiave è ovviamente quella legata ai finanziamenti. Si sono formati sostanzialmente tre blocchi:
Nazioni sviluppate (Unione Europea, Stati Uniti d’America, Canada, Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Svizzera):
per i paesi A2, 2011-2013 (100% HFC + 25% HCFC) dal 2019 (90%) fino al 2036 (15%);
per i paesi A5, 2016 – 2018 (100% HFC + 25% HCFC) riduzione 2026 (85%) e 2046 (15%).
Tale proposta ha sostituito le proposte iniziali di UE e Nord America.
India, Pakistan, Paesi del Golfo:
poca o nessuna riduzione del consumo di HFC entro il 2030 per i paesi A5.
Paesi africani, Isole del Pacifico e alcuni paesi dell’America Latina:
Phase Down degli HFC per i paesi A5 dal 2021 a condizione che arrivino sufficienti finanziamenti.
Cina: posizione intermedia.
Altre questioni affrontate?
Sono state al centro della discussione anche altre questioni di attualità quali le esigenze di standardizzazione e il costo dei brevetti.

Intervista completa e altri dettagli sulla rivista Industria e Formazione di Settembre 2016

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