
Con un ordine esecutivo, il Presidente Biden ha chiesto all’amministrazione di inviare al Senato tutto il materiale necessario per procedere il prima possibile alla ratifica dell’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal.
La manovra, realizzata in tempi estremamente rapidi, ha un elevato valore simbolico, ed entro sessanta giorni potrebbe portare gli USA a unirsi agli sforzi mondiali per il taglio delle emissioni.
Sebbene sia Gina McCarthy che John Kerry abbiano aiutato a negoziare l’accordo, gli Stati Uniti si limitarono a firmarlo senza però arrivare a una ratifica effettiva: l’annuncio del Presidente è quindi un passo fondamentale per portare gli USA pienamente all’interno dell’intero progetto.
La mossa dell’amministrazione Biden mostra quanto sia preso seriamente il raggiungimento degli enormi benefici climatici che l’emendamento Kigali può offrire. L’implementazione di Kigali permetterà un taglio di HFC equivalente a 70 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, da oggi al 2050 e può prevenire fino a mezzo grado Celsius di riscaldamento climatico nel corso di questo secolo.
L’approvazione del bipartisan American Innovation and Manufacturing Act alla fine dell’ultimo Congresso ha conferito all’amministrazione l’autorità completa per e procedere e ridurre l’uso degli HFC negli Stati Uniti dell’85% in 15 anni, come richiede Kigali, o più.
Una volta che il Dipartimento di Stato avrà presentato il pacchetto di trasmissione, spetterà al Senato degli Stati Uniti decidere se procedere con la ratifica di Kigali, ma il supporto dovrebbe essere bipartisan e non si prevedono intoppi.
Più di 120 nazioni hanno già ratificato l’emendamento Kigali, e dopo agli Stati Uniti si spera che anche Cina, India e altre importanti economie aderiscano: molti di questi paesi stavano comprensibilmente aspettando un segnale che gli Stati Uniti.
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