Le Nazioni Unite a sostegno dell’Iraq

Foto di gruppo con tecnici africani di 13 nazioni, membri del governo Rwandese e l'incaricato delle Nazioni Unite Ing. Marco Buoni
Foto di gruppo con tecnici africani di 13 nazioni, membri del governo Rwandese e l’incaricato delle Nazioni Unite Ing. Marco Buoni

L’Iraq in questo momento è sicuramente uno dei posti più caldi del mondo per cui le Nazioni Unite, che coordinano con le agenzie UNep e UNido e con l’Italia, mediante il Centro Studi Galileo, la formazione nei Paesi Asiatici e Africani martedì 2 settembre invieranno in zone di confine non raggiunte dal conflitto, più precisamente in Giordania, un loro collaboratore per formare le istituzioni, le industrie e gli artigiani iracheni sulla certificazione ambientale europea riguardante i Patentini per i Tecnici del Freddo PIF.

Le Nazioni Unite chiedono di sensibilizzare e certificare i tecnici del freddo in tutto il mondo, prossime tappe Iraq e Montenegro

Da anni ormai Marco Buoni, trentottenne ingegnere con un passato in importanti realtà del freddo rientrato da un decennio nell’attività di famiglia nella storica Capitale del Freddo Casale Monferrato, ha accettato la sfida posta dal dipartimento ambiente delle Nazioni Unite, l’UNEP, di formare tecnici frigoristi in tutto il mondo, con particolare attenzione ai paesi in via di sviluppo.

Si può dire che la vita di Marco, che ricopre il prestigioso ruolo di Vicepresidente dell’associazione Europea dei Tecnici del Freddo con 22 nazioni aderenti e 125000 tecnici associati, da quel giorno in poi sia cambiata e il suo passaporto costellato di timbri di paesi che solitamente si leggono solo su Wikipedia e che nelle sue previsioni erano almeno improbabili.

L’attività l’ha portato a formare tecnici libici, eritrei, swazi, sudafricani, uzbeki, cinesi, balcanici, indiani e molti altri cercando di trasmettere a tutti le conoscenze di livello europeo.

La domanda spontanea che gli rivolgiamo quando lo incontriamo a Kigali capitale del Rwanda dove alle prese con 13 tecnici di origine africana sta tenendo una sessione è: “Ingegnere, in queste terre dove si è consumato il massacro degli Hutu e dei Tutsi, dove le percentuali di contagio HIV nella popolazione adulta a volte superano il 40% che importanza ha formare i tecnici ad un utilizzo consapevole dei gas refrigeranti? Ad un uso di attrezzature che forse non potranno quasi mai sperimentare?” Preparato alla domanda, che spesso gli avranno rivolto, ci risponde “La refrigerazione è un’occasione importantissima per queste persone e per queste nazioni. Cambia la vita delle persone, permette di far giungere nei luoghi più lontani i vaccini, di conservare gli alimenti. E’ importante per la ripresa economica e sociale di questi paesi che la refrigerazione si sviluppi anche qui massicciamente. Il mio compito è quello di istruire queste persone a non subirne le conseguenze negative come ad esempio la dannosissima dispersione dei gas refrigeranti in atmosfera”.

Ti potrebbe interessare:  ATF, Assemblea Annuale il 4 agosto.

Con lo stesso spirito oggi si prepara ad affrontare la missione Irachena, sotto l’egida di Unep e Unido.

Spostato per ovvi motivi di sicurezza, visto l’aggravarsi delle condizioni del paese, in Giordania, il seminario si terrà il 3 e 4 settembre p.v.

Mentre i paesi in via di sviluppo ottengono una formazione base in Italia il Centro Studi Galileo, di cui Buoni è Direttore Tecnico, avvia i corsi di specializzazione per i tecnici più preparati: l’APP e il Master del Freddo nell’ambito del Centro di Eccellenza sul Freddo a Casale Monferrato. “I corsi sono fondamentali per i nostri tecnici – dichiara Buoni – permettono loro di svolgere lavori di altissimo livello e di battere la concorrenza della manodopera non qualificata che avrebbe potuto sostituire i frigoristi di esperienza che in ogni caso devono lavorare a prezzi più significativi. In particolare il Master del Freddo sarà il corso che conferirà la più alta specializzazione nell’ambito della professione e verrà svolto da ottobre presso l’Università in collaborazione con il Politecnico di Torino”.

Rispondi