Il Centro Studi Galileo insegna la refrigerazione all’Africa!

DSCF1055 - Copia - CopiaLa situazione drammatica dei gas serra, colpevoli di un cambiamento del clima sempre più evidente e dell’innalzamento del livello dei mari, sta diventando irreversibile.
Il Centro Studi Galileo è stato incaricato dalle Nazioni Unite di aiutare la trasformazione del settore dando ai tecnici dei paesi in via di sviluppo le competenze necessarie per una maggiore consapevolezza ambientale e tecnologica.

A Cotonou, capitale del Benin, Madi Sakande, docente CSG e Managing Director New Cold System ha tenuto una sessione di certificazione dei frigoristi con modello europeo all’interno del workshop tematico sulle alternative agli HCFC, nuove tecnologie, standard di certificazione.

Il meeting si è tenuto dal 14 al 16 ottobre 2014 presso il Palais des Congrès a Cotonou con obiettivi precisi riguardo il progresso dei paesi africani francofoni e di lingua portoghese in materia di graduale eliminazione degli HCFC, come raccomandato dal protocollo di Montreal.

Il meeting è stato promosso dalle Nazioni Unite, reparto ambientale dedito alla risoluzione dei problemi legati al buco dell’ozono, all’effetto serra e al cambiamento climatico, ed inoltre è stato un momento utile, grazie all’intervento formativo del Centro Studi Galileo, per rafforzare le competenze dei tecnici della manutenzione e costruzione di impianti di refrigerazione e aria condizionata.

La partecipazione delle autorità istituzionali è stata di altissimo livello. Al tavolo dei relatori il giorno dell’inaugurazione del meeting sedevano: il Direttore Generale per l’Ambiente delle Nazioni Unite, il vicedirettore dell’International Institute of Refrigeration (IIR), il Ministro dell’Ambiente del Benin che si sono espressi in maniera univoca sulla necessità di fare sistema al fine di proteggere, tramite azioni politiche e industriali responsabili, lo strato di ozono sottolineando l’importanza della formazione di esperti sul tema “alternative agli HCFC, certificazione e sviluppo di norme.”

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La sessione plenaria del secondo giorno ha visto la presentazione di 3 documenti principali:

  • refrigeranti, regolamenti e standard (Dr. Ina Colombo – IIR) ambientali;
  • alternative agli HCFC, le loro caratteristiche e la loro disponibilità (Jacques Guilpart – IIR);
  • certificazione di tecnici nel settore dei servizi (Madi Sakande – Centro Studi Galileo).

Madi Sakande ha tenuto nell’occasione una vasta relazione nella quale ha illustrato il processo di rilascio della certificazione e di valutazione, le competenze minime richieste per essere certificati e il regolamento europeo che prevede zero emissioni di HFC in atmosfera.

La discussione ha contribuito a chiarire alcuni punti. Ci sono in primis difficoltà maggiori rispetto all’Europa nel graduale abbandono degli HFC poiché le alternative non sono tutte adatte al contesto africano, quindi lo sforzo di questi paesi e il sostegno degli organismi internazionali dovrà essere significativo.

Dopo la fase interlocutoria è iniziata la sessione pratica di formazione e di esaminazione che prevede una fase teorica e una fase pratica che ha coinvolto tecnici provenienti da: Bénin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Comore, Congo, Costa d’Avorio, Gibuti, Guinea equatoriale, Gabon, Guinea Bissau, Madagascar, Mali, Mauritania, Niger, Sao Tome & Principe, Sénégal, Togo, Ciad.

Il docente Madi Sakande, una volta superata da tutti gli allievi la fase teorica, ha predisposto l’esame pratico secondo metodo europeo con i tre passaggi relativi a: recupero e carica del refrigerante nell’impianto, prova di controllo pressioni e lettura manometri e saldobrasatura.

17 candidati su 19 hanno superato l’esame di certificazione.

Foto di gruppo. Ultimo a sinistra il docente CSG Madi Sakande
Foto di gruppo con tutti i partecipanti alla sessione e il personale delle Nazioni Unite. Ultimo a sinistra il docente CSG Madi Sakande

La rete dei Coordinatori del programma sull’ozono delle Nazioni Unite in area francofona e di lingua portoghese ha apprezzato la qualità degli esperti formati con standard italiano. A tal fine, hanno espresso raccomandazioni affinché ogni paese adotti un processo di certificazione ispirato a questo modello che pregiudichi, tra l’altro, l’accesso agli appalti pubblici.

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Il grande contributo fornito dal Centro Studi Galileo e dal suo incaricato Madi Sakande è stato sottolineato dai componenti della Rete dei Coordinatori e direttamente nel discorso di chiusura nel terzo giorno di meeting dal Segretario Generale del Ministero dell’Ambiente del Benin Imorou Ouro-DJERI.

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